LA PIANTA ANGELICA
Vicenza a volo d'uccello: mura, strade, case e palazzi, il territorio nella sua conformazione urbana
(rifacimento digitale di Giorgio Marenghi)
Gradualmente, casa dopo casa, il borgo denominato Pusterla, passato il ponte omonimo sul Bacchiglione, si venne ingrandendo, sempre seguendo la strada in direzione nord-est sino ad arrivare alla chiesa ed al convento di San Bartolomeo, edifici e zona già denominati con altro appellativo: San Bortolo. Si era nel 1200, il Barbieri scrive del 1217. In ogni caso, già da tempo questo insieme di case e di edifici religiosi e ospitalieri era lambito da zone umide e acquitrinose. Anzi un vero e proprio lago, il Lacus Pusterlae, una vasta depressione a nord della città, faceva da difesa per la città stessa e da ostacolo per lo stanziamento dei contadini.
La strada era di poco superiore al livello degli acquitrini e il Castellini la considerava essa stessa il Borgo, “una contrada sola, poco più lunga di mezzo miglio, la quale è per dritto, ma alquanto tortuosa”.
Era questo il motivo per cui il lato nord-est di Vicenza era sguarnito di difese murarie, di torrioni o di spalti e di fosse. Era sufficiente, si stimava, la conformazione naturale del territorio a tenere a bada eventuali aggressori. Infatti truppe di Francesco da Carrara procurarono dei danni alla porta Pusterla ma fallirono l’attacco che avevano organizzato nella notte del 3 aprile 1404.
Con il passaggio di Vicenza alla Repubblica veneziana qualcosa cambia. I Veneziani rimettono in sesto la porta e iniziano a progettare un collegamento con le difese dei borghi di San Pietro e di Porta Nova. Già nel 1410 furono avviati lavori di scavo di una grande fossa che sarebbe partita dalle mura di Porta Santa Lucia e sarebbe arrivata vicino al convento di San Bartolomeo.
Era la guerra che spingeva all’autodifesa e tutti i “ capitani” veneti si sforzarono nel dare consigli. Il doge stesso, Francesco Fornari, il 22 giugno 1435 decise di incoraggiare la progettazione di lavori per la costruzione di una porta fortissima “de muro cum omnibus paramenti necessariis”. La porta fu costruita (ricostruita) con torre e corte d’arme (oggi ne restano tre lati).
Da questa porta rimanevano però altri 920 metri per collegarsi alla Porta di S.Croce. Probabilmente qualcosa fu fatto, almeno i terrapieni. Nel 1476 il governo veneziano esortò a finire i lavori “murorum burgi Pusterlae”. Una muraglia continua fino a Porta S.Croce però non vide mai la luce, ma almeno cinque piccoli castelletti rotondi furono edificati. Oggi, infatti ne restano ancora due, uno accanto alla Porta S.Bortolo e uno accanto alla riva del Bacchiglione, fronteggiante le difese di Porta S.Croce.