LA PIANTA ANGELICA

Vicenza a volo d'uccello: mura, strade, case e palazzi, il territorio nella sua conformazione urbana

 

Pianta Angelica SANPIETROMEDIA2

 

 

Dopo l’anno 1000 e per tutto il secolo, e soprattutto nel 1100, Vicenza ebbe un aumento di popolazione, segno che l’economia cittadina e del territorio circostante aveva raggiunto migliori livelli di produzione e di ricchezza. Quindi, al di là della cinta muraria, (la cinta antica) nuovi borghi erano sorti con case popolari ma anche con domus signorili.

 

Per questo motivo i “nuovi cittadini” chiesero al Comune di badare alla sicurezza delle nuove zone abitative. Le autorità accettarono queste richieste ed infatti i nuovi borghi o le nuove contrade furono circondate da fossati profondi e da terrapieni. Vi si aggiunsero nel corso dell’opera anche delle torri lignee, di vedetta, e furono edificate anche delle porte nei luoghi dove si decise di collegare le strade ai centri abitati.

 

Le guerre ovviamente spinsero nella direzione della difesa muraria e i terrapieni erano un provvisorio ripiego. Ma per costruire un muro con il relativo torrione occorrevano parecchi denari. E, visto che stiamo trattando dei borghi collegati (oltre il Ponte degli Angeli) a strade dirette a località esposte alla pressione politica e militare di Padova (Carraresi) la necessità economica coinvolgeva soprattutto la Signoria degli Scaligeri.

 

I quali cercarono di coinvolgere l’intera popolazione dei borghi, a partire da Borgo San Pietro (fino al Monastero delle Benedettine) che aveva l’uscita in direzione di Camisano (poi detta di Padova), il Borgo di Lisiera (verso Cittadella e Castelfranco), il Borgo di San Vito che puntava a Nord verso la pedemontana.

 

Il Castellini afferma che questo lungo fossato e terrapieno era già chiuso nel 1188, mentre con la guerra veneto-fiorentina erano già in piedi le mura e i torrioni. Infatti Cansignorio (signore di Verona) all’incirca nel 1370 rafforzò le opere militari grazie anche ad una robusta tassa imposta perfino ai religiosi.

 

Per motivi di sicurezza le porte furono ridotte a tre e l’area recintata prese il nome di Borgo San Pietro. Alla fine della Contrà di S.Pietro un’altra porta detta di “Cà Marzo” (permetteva di raggiungere le “terre marcite” di Casale), sarà poi chiusa due secoli più tardi, nel 1560.

 

Mentre la porta che si apriva sulla strada del borgo di Camisano, detta di Torricelle o Camisano (poi di Padova) fu eretta con le sue dipendenze militari nel 1369.

 

Altra porta fu dedicata al Borgo di San Vito, prendendone il nome, poi più tardi nel 1369 a causa del rifacimento di una chiesa dedicata a Santa Lucia il manufatto militare fu ribattezzato.

 

 

 

PIANTA ANGELICA ORIGINALE  - particolare della porta di S.Lucia

 

PIANTA ANGELICA SANTA LUCIA ORIGINALE

 

PIANTA ANGELICA DIGITALIZZAZIONE DI GIORGIO MARENGHI - Particolari dei dintorni

PIANTA ANGELICA PORTA SANTA LUCIA PARTICOLARI