LA PIANTA ANGELICA
Vicenza a volo d'uccello: mura, strade, case e palazzi, il territorio nella sua conformazione urbana
Gli storici o i locali cultori di storia della città hanno ipotizzato che l’antica cinta delle mura abbia avuto inizio nel secolo X (Barbieri) e che sia stata mantenuta in ordine almeno fino alla metà del ‘300. Ma così si trascura del tutto l’apporto carolingio e soprattutto i resti delle mura romane che molto probabilmente avevano già avuto un restauro in epoca longobarda.
Sulla cinta antica si può discutere perché è durata a lungo, almeno fino al ‘700 e anche che la sciagurata politica delle demolizioni ha avuto inizio solo nei primi anni dell’800. Ne è un esempio l’abbattimento dell’incastellamento del Ponte Furo, demolito perché “ nascondeva la vista dei Colli Berici”.
La Pianta Angelica (1580) per fortuna aiuta molto nella ricostruzione del percorso antico. La partenza la poniamo a Porta Castello, ma la vera porta di ingresso in città era la Porta Feliciana, porta gotica e che sbucava ad un centinaio di metri dall’attuale torre. Dirigendoci verso sud, incontriamo Contrà Mure Pallamaio, il Campo Marzo che è sulla destra del tracciato ha avuto nei secoli alcune “aperture”.
Continuando il percorso si attraversa Ponte Furo, come già detto “pelato” dai precursori del turismo berico. Al di là troviamo piazzola San Giuseppe e accanto la grossa sagoma di Porton del Luzo, poi piazzola Gualdi. Superiamo il tratto occupato dall’ex GIL e arriviamo al ponte sul Retrone entrando in Contrà delle Barche.
Le mura dopo le Barche si interrompono poiché la zona era sempre stata considerata un’area portuale. Dopo questa interruzione la cinta antica riprende per almeno duecento metri fino all’attacco del ponte degli Angeli. Sulla sinistra del ponte si risale per Contrà delle Canove, al livello più alto si passa per Contrà Motton Pusterla e per Contrà Porti poi con un lieve abbassamento si imbocca Contrà Pedemuro San Biagio.
Di nuovo la strada ha un rialzo (dove troviamo il luogo di una antica porta), superato l’incrocio stradale con Corso Fogazzaro ci si presenta un tratto di mura antiche (e romane) fino a poca distanza dal complesso medievale di Porta Castello.
Il percorso misura circa 2620 metri, il borgo recintato poteva ospitare non più di cinquemila abitanti. Le case c’erano, le torri signorili pure, in alcuni periodi dell’Alto Medioevo svettavano numerose e minacciose. A mitigare il paesaggio dei “Signori” ci pensavano chiostri, conventi e chiese, con numerosi orti e cortili privati.
Le mura erano molto alte e c’erano pure i torrioni. Quanto al circuito, sopra abbiamo parlato di mura che dopo la zona portuale ripartivano per collegarsi al Ponte degli Angeli. Questo però è successo in epoca più tarda. Infatti intorno all’anno mille le mura passavano dove adesso c’è il Palazzo Chiericati e si congiungevano alla salita delle Canove, lambite dall’acqua della roza de collo, una deviazione del Bacchiglione, che sboccava poi nell’alveo maggiore vicino alla zona portuale.
Era la famosa “Isola”, zona circondata dalle acque in cui sorgeva un castello, poi distrutto e ricostruito dopo la fine del dominio ezzeliniano. Il fiumiciattolo dell’Isola sarà interrato e i Padovani all’epoca del loro protettorato su Vicenza eressero un nuovo castello con torre che è tuttora visibile nei pressi del Ponte degli Angeli ed eressero le mura che circondarono tutta la zona.
Vicino al Ponte c’era Castel San Pietro e la Porta omonima che fungeva da avamposto a difesa del ponte mentre vicino alla zona portuale una torre incastellata (Castello di Prà de Valle) stava di rinforzo al Ponte delle Barche alla confluenza del Retrone con il Bacchiglione.
Oltre Il Porton del Luzo, facente parte della cinta antica, a salvaguardia anche delle rovine del Teatro romano Berga, si estendeva un abitato che sarà compreso nella città verso il secolo XIII.
Verso Occidente, in direzione del complesso monastico di S.Felice (e quindi di Verona) garantiva il passaggio ai pellegrini la gotica Porta Feliciana.
Verso Nord c’erano addirittura due porte, la prima chiamata Porta Pusterla (Porta Vetus) si trovava all’incrocio tra la Contrà Porti e Pedemuro San Biagio. Il manufatto incastellato in pietra dominava la discesa verso il Bacchiglione. Qui a garantire il passaggio del fiume c’era un altro ponte, in legno, ricostruito più tardi anch’esso in pietra. E anche qui, al di là del fiume, sorgeva una porta a difesa.
La seconda porta a nord, dal nome di Porta Nuova si trovava all’incrocio di Pedemuro S.Biagio e Motton S.Lorenzo. Gli “Statuta” del Comune nel 1264 la descrivono munita di “una turri et domo merlata et zironata” che, secondo le “Croniche” del Pagliarini deve essere stata proprietà di Rainone de’ Rainoni.
A sud dell’abitato stava la “Porta di Berga”, nell’Angelica è considerata “porta di mezo”, perché equidistante tra la Porta S.Pietro (a Oriente) e la Porta Feliciana (a Occidente). Il nome derivava ovviamente dal quartiere e dal teatro romano omonimo.